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Vaccini antinfluenzali e disorganizzazione della Regione Lombardia

Ai primi di giugno il Ministero della Salute inviava una circolare alle Regioni, sottolineando l’importanza della vaccinazione antiinfluenzale che, nel caso fosse tornato a diffondersi il coronavirus, avrebbe potuto aiutare a semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti e, diminuendo il rischio di complicanze da influenza nei soggetti a rischio, avrebbe alleggerito l’afflusso di pazienti nei Pronto soccorso. Raccomandava quindi alle Regioni di anticipare ai primi di ottobre la campagna vaccinale e stabiliva di estenderla a categorie non previste negli anni precedenti, quali i bambini dai 6 mesi ai 6 anni e le persone dai 60 ai 65 anni.




Ora, a metà novembre, le dosi disponibili in Lombardia sono del tutto insufficienti per la popolazione a rischio. Di fatto, la campagna vaccinale non è ancora iniziata, e ancora i medici di base non sanno dire ai pazienti quando il vaccino sarà disponibile. La situazione è stata denunciata dai sindaci di 71 paesi lombardi, tra i quali il sindaco di San Donato; i consiglieri regionali del PD hanno presentato a questo proposito, e a proposito di un piano per proteggere le RSA dopo il disastro dei mesi scorsi, mozioni che non sono state approvate. E’ anche il caso di ricordare che l’efficiente Regione Lombardia pagherà ciascuna dose di vaccino intorno ai 26 euro, contro i 5 pagati da Veneto ed Emilia Romagna. Soldi sprecati per ritardo organizzativo, che avrebbero potuto essere spesi meglio. E, per fare un solo altro esempio di ritardi organizzativi: l’ATS di Milano ha comunicato il 13 novembre alle famiglie di una classe di un liceo milanese che gli studenti dovevano mettersi in quarantena per 14 giorni, dando tutte le prescrizioni al proposito. Peccato che l’ultimo contatto con il compagno positivo fosse avvenuto un mese prima; e meno male che era stato il preside ad avvertire tempestivamente la classe.

Tra marzo e aprile abbiamo potuto constatare il fallimento di un modello sanitario che ha depotenziato i presìdi territoriali e favorito le strutture private. Si sarebbe potuto sperare in un cambiamento: invece ancora una volta i cittadini si trovano nella necessità di rivolgersi al privato, e la sanità territoriale non è stata messa in grado di agire in modo efficace.

L’assessore alla sanità Gallera non ammette le responsabilità del governo regionale: dichiara che comunque di solito l’influenza non si diffonde prima di dicembre…

Incoscienza? Incompetenza? Arroganza?


Immagine di Nina Garman da Pixabay

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