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Letta in Parlamento sulla crisi in Ucraina



Siamo qui per ribadire con forza il sostegno al Governo che ci rappresenta in questa delicatissima e difficile situazione. Le sue parole, sig. Presidente del Consiglio, ci hanno confermato che questo sostegno è messo in buone mani. In questo momento il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime, alle vittime innocenti di una innovazione completa nella politica internazionale. Quello che è successo in questi ultimi giorni non si era mai visto. Il Presidente Putin ha preso in giro tutto il mondo occidentale, le cancellerie, ha fatto ciò che nessuno avrebbe immaginato avvenisse; e invece è avvenuto. Noi vogliamo esprimere solidarietà al popolo ucraino, vogliamo esprimere solidarietà alla Comunità ucraina in Italia. Lo abbiamo fatto ieri, lo rifaremo anche oggi; incontrerò l’Ambasciatore ucraino subito dopo questa nostra seduta della Camera dei Deputati. Voglio esprimere solidarietà a tutti i militari e diplomatici italiani che sono impegnati in questo momento e che fanno grande il nome del nostro Paese. Ci sono dei momenti in cui contano i Governi. Questi sono i momenti, in particolare, in cui le decisioni sono concentrate nelle mani dei Governi, delle istituzioni – europee, internazionali – delle strutture tecniche, di quelle militari. Ma ci sono momenti nei quali il Parlamento, come lei ha detto sig. Presidente, è la casa della democrazia, è la casa di tutti gli italiani. Il Parlamento ha un ruolo unico e insostituibile, è luogo collettivo dove si decide dove si va, tutti insieme, qual è la direzione di marcia. Dove si cambia, anche, la direzione di marcia. Perché questo luogo rappresenta 60 milioni di italiani, rappresenta l’Italia. Abbiamo una responsabilità enorme in questo momento e noi dobbiamo cambiare la bussola con cui abbiamo agito fino ad oggi su questo tema. Noi dobbiamo aver chiaro che questo momento, il 24 febbraio dell’anno 2022, è il nuovo 11 settembre, è il momento in cui cambia la storia. Il cambio della storia, delle relazioni internazionali, il cambio del mondo, ci obbliga tutti a cambiare l’approccio col quale muoverci in questo momento. La bussola con la quale noi dobbiamo dare forza innanzitutto al principio più importante di tutti: difendere la liberta e la democrazia, che è il più importante principio e in questo Parlamento deve essere al centro della nostra attenzione. Ieri l’approccio di tutti noi, diciamo la verità, era di limitare i danni il più possibile di una vicenda fastidiosa, difficile, altra rispetto a noi e lontana; oggi noi dobbiamo tutti insieme dirci che Putin non deve vincere questa guerra, Putin non deve vincere questa guerra, perché questa guerra è una guerra al popolo ucraino, alla libertà, alla democrazia, e tutti insieme dobbiamo combattere per la nostra libertà, la nostra democrazia. Putin ha basato la sua scommessa sull’idea che noi occidentali, che noi europei, siamo dei rammolliti; che non siamo più in grado di dividere e opporci alle sue azioni. Bene, noi proprio qui dobbiamo invece dimostrare questa unità. E allora, quando dico una nuova bussola, io dico semplicemente, sig. Presidente, nell’ultimo minuto che ho a disposizione, innanzitutto, nessuna ambiguità sul fatto, come lei oggi ha detto Presidente, e la ringrazio per questa chiarezza oggi che è importante per tutti noi, è importante per chi ci guarda da fuori, che le sanzioni devono essere le più dure possibili per mettere in ginocchio la Russia che ha invaso l’Ucraina. E che queste sanzioni devono trovare a livello europeo la possibilità, che noi riteniamo essenziale, di continuare la sospensione del patto di stabilità, di far si che queste sanzioni non colpiscano l’economia italiana e l’economia europea. In secondo luogo, l’unità dell’Europa e l’unità euro-atlantica, assolutamente fondamentale in questo momento nessuna divisione. In terzo luogo, lo voglio dire con forza, noi ci chiediamo, vi chiediamo di riflettere seriamente se non è il caso anche di dare un aiuto più concreto agli Ucraini, a difendersi, a difendersi rispetto all’aggressione Russa, perché non bastano le parole, non bastano le parole. L’autosufficienza energetica a cui lei Presidente ha fatto riferimento con i discorsi sulla diversificazione e con il lancio dell’Unione Energetica, rispetto alla quale anche il collega Crippa ha parlato prima, è un punto su cui dobbiamo mettere tutto il nostro impegno. L’ultimo punto è un punto molto importante, a me ha colpito negativamente vedere che nelle conclusioni del Consiglio europeo di ieri non si facesse menzione alcuna al tema dei rifugiati e dell’asilo. Io credo che il nostro Paese debba mettersi in prima fila a livello europeo, subito, per una agenda sui corridoi umanitari. Concludo signor Presidente dicendole che lei ha una grande autorevolezza sulla scena internazionale. Oggi da questo Parlamento, unito come non mai, lei riceve la forza intera di tutto in Parlamento italiano, di tutto il popolo italiano, la usi per i principi di libertà, democrazia e di pace.

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