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A San Donato non serve uno stadio

Negli ultimi tempi - a seguito della comparsa di alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal Sindaco Squeri - in Città non si parla d’altro che dell’ipotesi “Stadio a San Donato”, nell’area San Francesco, ex sito agricolo racchiuso tra la tangenziale, la ferrovia e il raccordo dell’Autostrada del Sole.




Teniamo a fare chiarezza, innanzitutto, su quale sia oggi lo stato dell’arte dell’area e quale sia la sua storia, anche al fine di arricchire il dibattito pubblico.


Negli anni ‘70 il Piano Regolatore Generale cambiò la destinazione d’uso dell’area San Francesco-Quartiere Affari da agricola a industriale, con l’idea - non realizzata - di creare un comparto industriale parallelo alla ferrovia sia tra la ferrovia e l’autostrada del sole, appena costruita, sia tra la ferrovia e la via Emilia.

Nel 1992 una variante al Piano Regolatore cambiò nuovamente la destinazione d’uso dell’area, da industriale a terziario/residenziale e l’anno dopo venne approvato un piano di lottizzazione che prevedeva due convenzioni distinte, una per l’area Quartiere Affari che avrebbe ospitato sia uffici che residenze (le attuali Torri Lombarde) e l’altra per l’area S. Francesco, destinata esclusivamente al terziario. Com’è noto, negli anni successivi trovò attuazione soltanto la convenzione sul Quartiere Affari, mentre decadde quella su San Francesco (pur avendo la proprietà già provveduto a pagare al Comune gli oneri di urbanizzazione e l’anticipo dei costi di costruzione, per circa 6 milioni euro).


Nel 2012 l’Amministrazione Dompè approvò il Piano di Governo del Territorio che prevedeva per l’area San Francesco diverse funzioni e indicava i parametri con i quali si sarebbe poi dovuto confrontare ogni eventuale progetto.

Nel frattempo la proprietà dell’area era passata a un’altra società, che per mezzo di un intermediario propose, nel 2017, un PII (programma integrato di intervento) denominato Sport Life City, che prevede essenzialmente funzioni sportive, ma non solo, con la costruzione di spazi sportivi, di un’arena, di un distretto commerciale, di un liceo scientifico dello sport con campus per gli studenti, di un residence per atleti, addetti ai lavori o visitatori e di una clinica medica, il tutto compatibile e conforme al PGT approvato nel 2012.

L’Amministrazione Checchi trattò, allora, con il proponente perchè venissero inserite nella convenzione prescrizioni ben precise per l’accesso all’area, oggi possibile solamente attraverso una strada a calibro ridotto e con il diniego da parte di Autostrade S.p.A. di realizzare un’uscita dedicata dalla bretella di collegamento tra le tangenziali (restando questo un problema irrisolto che inficia sulla capacità di smaltire l’affluenza e il deflusso).

Nel 2021, infine, venne approvata la conformità del progetto al PGT e tuttavia non venne firmata alcuna convenzione. La partita sul futuro dell’area è quindi tutta in mano all’attuale Amministrazione.


Il Sindaco Squeri ha dichiarato alla stampa di aver incontrato i vertici del Milan, che avrebbero aperto alla possibilità di costruire il suo nuovo stadio proprio nell’area San Francesco. L’Amministrazione starebbe oggi valutando con grande interesse questa possibilità. Su questa ipotesi non possiamo che esprimere tutta la nostra perplessità e il nostro scetticismo. La costruzione di uno stadio, in un’area come quella ipotizzata, in una Cittadina di poco più di 30.000 abitanti, avrebbe un impatto sulla Città e sulla vita dei cittadini che, senza alcun dubbio, sconvolgerebbe del tutto la nostra normalità e quotidianità. La presenza di una struttura del genere sul nostro territorio comporterebbe sicuramente una lunga serie di conseguenze e disagi per i residenti, oltre alle perplessità che si determinano da un punto di vista ambientale e paesaggistico: basti pensare all’aumento del traffico privato e di pullman e al relativo bisogno di posteggi e a ciò che comporterebbe l’arrivo in Città di un numero di tifosi di gran lunga superiore alla popolazione residente (anche nell’ipotesi di una struttura relativamente “piccola”, si tratterebbe di circa 50.000 spettatori). Inoltre, mentre alcune delle potenziali criticità di questo progetto sono già oggi facilmente prevedibili e già chiare a tutti, si fatica, invece, a immaginare quale possa essere il ritorno positivo sulla Città di San Donato e sui suoi cittadini, che, anzi, dovrebbero sicuramente sobbarcarsi elevatissimi costi sociali ed economici.


L’ipotesi dello stadio non solo ripresenta alcuni degli elementi di criticità già presenti nel progetto di Sport Life City - chiaramente ingigantiti e allargati - ma a differenza di quest’ultimo progetto, che quantomeno avrebbe ricadute positive sulla Città in termini di servizi offerti, non è chiaro quali possano essere i benefici per i cittadini nel caso in cui l’ipotesi della costruzione di uno stadio diventasse realtà.


Come Partito Democratico crediamo che questo tema - che oltretutto comporta una serie di conseguenze su tutta la zona del sud-est milanese, oltre che sulla stessa Milano - debba essere affrontato, da tutti, nella sua complessità e con il necessario e opportuno livello di serietà e pragmatismo, coinvolgendo i cittadini e ascoltando la loro opinione.


Circolo PD San Donato Milanese



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